LO SBARCO DELL’UOMO SU MARTE GRAZIE ALLA MISSIONE DEL 2027 CON L’UTILIZZO DELLA TECNOLOGIA BREVETTATA IRENE DELLA SOCIETÀ ALI

Mancano ancora diversi mesi al lancio di IRENE, l’innovativa tecnologia di protezione per il rientro dallo spazio, realizzata e brevettata dalla società consortile ALI, che già si sta lavorando ad un suo utilizzo per una missione interplanetaria su Marte, SMS “Small Mission to MarS“, uno dei più affascinanti e misteriosi pianeti del nostro sistema solare.

Facciamo un passo indietro. Era il 2006 quando un gruppo di PMI campane decise di aggregarsi nella società ALI per cogliere una sfida a dir poco ambiziosa, realizzare a Napoli una capsula di rientro dotata di un sistema protettivo unico nel suo genere, IRENE, tecnologia innovativa di apertura e protezione termica per il rientro dallo spazio, caratterizzata da una configurazione ad ombrello che le permette di utilizzare lo scudo sia come protezione termica che come aerofreno. Sia il servomeccanismo di apertura che il materiale utilizzato per la protezione termica del “nose” (la punta dell’ombrello) sono brevetti di ALI.

IRENE è stata sviluppata con il CIRA unitamente alle sue associate Euro.SoftLead Tech e SRS ED. – spiega Francesco Punzo, responsabile dei programmi di ALI – con una successione di finanziamenti dell’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e del Ministero Italiano per lo Sviluppo Economico (MISE).  Nel giugno 2018, il test nell PWT del CIRA, ha simulato le condizioni di rientro atmosferico del dimostratore Mini IRENE (riproduzione, in scala, della geometria della capsula di rientro). Il test è durato circa 4 minuti e nonostante si siano raggiunte temperature superiori a 1000 gradi, i materiali non hanno subito alcun danno.

Inoltre, nel vano dove saranno allocati gli esperimenti, si sono registrate temperature di appena 60 gradi a dimostrazione della totale schermatura dell’innovativo scudo di protezione. Ad oggi IRENE – prosegue Punzo – ha superato con successo tutti i test svolti negli impianti del CIRA. Ora siamo ad un passo dal test più importante, quello in volo che ci consentirà di ottenere la qualifica spaziale con la certificazione ufficiale ed il conseguente avvio di una intensa campagna promozionale e di commercializzazione.”

IRENE sarà applicata nella missione SMS che prevede l’invio di una sonda sul pianeta rosso nel 2027. A differenza di altre analoghe missioni SMS si presenta affidabile ed economica, proprio in virtù dell’utilizzo della tecnologia napoletana.  Paolo Vernillo del CIRA e Project Manager del progetto spiega che: “IRENE consente il rientro sulla Terra in totale sicurezza per gli esperimenti e per il payload e tra l’altro lo scudo termico è fatto di materiali e componenti ‘off-the-shelf’, che costano molto meno rispetto agli attuali sistemi di rientro già qualificati spazio”.

SMS è stata presentata in ALI nel corso del dibattito “I programmi spaziali nelle politiche di sviluppo dei territori”, con la partecipazione, tra gli altri, di Luigi Carrino, Presidente del Distretto Aerospaziale della Campania e Giacomo Cao, Presidente del Distretto Aerospaziale della Sardegna. Tra i due distretti è stata sottoscritta una lettera di intenti per proporre alle istituzioni Nazionali e locali la realizzazione, in stretta collaborazione tra loro, dell’innovativa missione spaziale.

“Il Dac – dice il Presidente Luigi Carrino – è convinto che la missione SMS aiuti la ricerca e le aziende locali dello spazio, ampliandone la competitività; inoltre un tale progetto offre al paese l’opportunità di rilanciarsi nel campo dell’esplorazione interplanetaria”.

“Parliamo di una missione tutta Italiana – aggiunge Giacomo Cao, Presidente Dass – e parliamo di futuro: credo che il nostro ruolo non sia quello di anticiparlo, ma di renderlo possibile. Per fare ciò è indispensabile fare sistema tra realtà eccellenti come le nostre”.

SMS ha un’enorme valenza scientifica e tecnologica – dichiara Michele Grassi, Professore di impianti e sistemi aerospaziali dell’università Federico II di Napoli – essa consentirà di sperimentare nuove tecnologie, di grande interesse per tutte le future missioni di esplorazione planetaria. Essa rappresenta dunque un’opportunità unica di crescita per il comportato spaziale regionale e nazionale, attraverso la messa a fattor comune delle competenze dei centri di ricerca, dell’università, delle aziende; una grande sinergia per far crescere il paese e fornire nuove opportunità occupazionali”.

“SMS costituisce un importante occasione – dichiara l’Ing. Cesare Molfese, ricercatore presso l’INAF, Osservatorio Astronomico di Capodimonte – per effettuare studi scientifici dei parametri ambientali di Marte, mediante misure dirette “in-situ”. Tali studi hanno ricadute importanti anche e soprattutto in ambito tecnologico per la pianificazione di missioni future, in quanto permettono una valutazione più accurata dei rischi per le apparecchiature coinvolte e per un ipotetico equipaggio di future missioni umane. Una piattaforma “low-cost” come SMS, permetterà molteplici missioni con costi molto competitivi consentendoci di ampliare la conoscenza dei parametri ambientali di interesse scientifico e tecnologico con forti ricadute sul nostro sapere e sulla conoscenza di Marte”.

La sonda, al cui interno saranno alloggiati specifici payload scientifici e tecnologici, sarà lanciata con un vettore tutto italiano, il Vega E, sviluppato in ambito ESA dalla società AVIO.

Lo studio di missione, svolto in co-engineering con i progettisti Avio, è incoraggiante e dimostra la fattibilità del lancio in orbita terrestre bassa con il lanciatore Vega E, il cambio di piano orbitale con manovre a bassa spinta, sino all’inserimento in un’orbita marziana fortemente ellittica, dopo circa un anno di volo. – riassume Paolo Bellomi, Direttore Tecnico di Avio SpA, che conclude – La configurazione dello stadio di trasferimento è basata su una nuova generazione di propulsori a propellenti verdi, studiati dai ricercatori di Avio”.

La realizzazione della missione SMS che vede ALI tra i protagonisti, ricollocherà il nostro Paese tra quelli all’avanguardia nel settore dell’esplorazione interplanetaria – dichiara Giovanni Squame, Presidente ALI – e potrà rinnovare i successi italiani nel campo della ricerca spaziale e della integrazione delle conoscenze tra distretti, centri di ricerca, università, PMI e grandi imprese.

Gli fa eco l’ingegnere Borrelli del CIRA: “L’Italia occupa un posto di grande prestigio nel panorama spaziale mondiale essendo una delle poche nazioni ad avere la filiera completa per l’accesso allo spazio. SMS non potrà che accrescere il prestigio nazionale. Dimostrare infatti una capacità scientifica e tecnologica per una siffatta missione, tutta basata su capacità italiane, è un traguardo ad oggi riservato solo alle due storiche superpotenze spaziali. Bisogna solo prendere contezza delle nostre capacità. Sessant’anni dopo il successo del programma San Marco, che ci vide terzi al mondo dopo sovietici e americani a mettere in orbita un nostro satellite, raggiungendo Marte potremo vantare un nuovo successo della sapienza italiana nello spazio”.

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