X-37B, l’ultimo segreto militare dello spazio

E’ tornato in orbita per un’altra missione top secret. La storia dello shuttle senza pilota che il Pentagono usa per studiare le guerre del futuro

E’ un progetto militare coperto da segreto ma non ha rinunciato a fare la sua parte nella mobilitazione mediatica contro l’epidemia. Poco prima del lancio, è stata svelata una scritta sulla fiancata: la dedica alle vittime del Covid-19, un omaggio dallo spazio a chi sulla Terra ha combattuto il morbo del Millennio. Con questa manifestazione di solidarietà, domenica scorsa l’X-37 B è stato lanciato in orbita dallo storico poligono di Cape Canaveral per la sesta missione. Non si sa quando tornerà a terra: l’ultima volta è rientrato dopo ben 779 giorni.

X-37B, l'ultimo segreto militare dello spazio

Un minishuttle tra gli X-planes

Colori e forma ricordano i suoi ‘fratelli maggiori’, gli Space Shuttle che, dal 1981 al 2011 hanno portato in orbita astronauti dal suolo statunitense. Come l’Endeavour, il Discovery, l’Atlantis, il Columbia e il Challenger, l’X-37B decolla in verticale con un razzo, poi rientra planando grazie alle piccole ali.

X-37B, l'ultimo segreto militare dello spazio

Il Dyna Soar è uno spazioplano sviluppato tra gli anni Cinquanta e Sessanta dall’Us Air Force. Una pagina Nasa ne racconta gli scopi: “una varietà di missioni militari, inclusi riconoscimento, bombardamento, soccorso spaziale, manutenzione di satelliti e sabotaggio di satelliti nemici”. Rimase solo sulla carta ma il suo successore, mezzo secolo dopo, ha dimostrato di poter volare per più di 700 giorni, facendo il giro del globo in circa un’ora e mezzo a quasi 8 chilometri al secondo, con manovre orbitali da “far impazzire” le nazioni concorrenti.

Anatomia dell’X-37B

Costruito dalla Boeing, è il primo strumento affidato alla gestione della neonata Space force americana. Pesa circa cinque tonnellate. E non ha cockpit o finestrini. Non è pensato per avere pilota ma la sua fusoliera (2,1 per 1,2 metri circa) ospita gli strumenti per esperimenti in assenza di gravità, con una stiva che può essere aperta come faceva lo Shuttle. In questa sesta missione dal 2010 (Otv 6, dove Otv sta per Orbital Test Vehicle) un modulo speciale permetterà di ampliare i test. Tutto segreto: non esistono immagini della sua attività spaziale. Un fortunato astroamatore, qualche anno fa, è riuscito a scattargli una foto mentre passava nel cielo, col suo telescopio.

X-37B, l'ultimo segreto militare dello spazio

La superiorità americana nello spazio

È la frase che ricorre nei comunicati stampa della Us Air force che riguardano le missioni di X-37B: “superiorità americana nello spazio”. In passato sono stati svelati alcuni dettagli, sempre pochissimi, su quello che portava in pancia. Nella quarta missione, per esempio, fu reso noto che avrebbe testato un motore a effetto Hall, un propulsore ionico utile nello spazio e usato da diverse sonde. Domenica è decollato portando, secondo quanto fatto sapere dall’Aeronautica, un esperimento Nasa per studiare l’effetto delle radiazioni cosmiche su alcuni semi. E rilascerà un mini satellite della Us Air force academy, il cui scopo non è stato rivelato.

Tecnologia da “guerre spaziali”

A bordo ci sarà anche un terzo prototipo, sviluppato dai laboratori di ricerca della Us Navy, per trasformare l’energia solare in microonde a radiofrequenza, un sistema che permetterebbe di inviare energia sulla Terra. Ma non solo: “Quella tecnologia può servire, a mio avviso, anche per convogliare fasci di microonde che possono essere spediti verso un altro satellite al quale mi posso avvicinare, mettiamo a 50 chilometri di distanza – spiega Spagnulo – posso mandargli addosso per qualche minuto un fascio di microonde e danneggiarlo in qualche modo. Difficile però dire di più, da una sola riga di comunicato stampa”.
Quella riga, però, assieme a come viene gestita la comunicazione delle missioni di X-37B, sembra far parte di una strategia: svelare la punta di un iceberg che lasci intendere come sotto ci sia molto di più. Per dimostrare che quella superiorità è ancora saldamente nelle mani degli americani.

X-37B, l'ultimo segreto militare dello spazio

Lo spazioplano che gioca a nascondino

Tutti i racconti recenti su X-37B ricordano la frase di Heather Wilson, ex ufficiale e fino allo scorso anno segretaria dell’Aeronautica militare Usa: “Può seguire un’orbita che ricorda un uovo e, quando è vicina alla Terra, è abbastanza vicina all’atmosfera da poter modificare rotta. Il che significa che i nostri avversari non sanno – e questo succede dall’altra parte della Terra rispetto a loro – dove riapparirà di nuovo. Sappiamo che questo li fa impazzire e ne sono davvero contenta”. La manovrabilità dell’X-37B gli permette dunque di cambiare orbita con facilità, per essere un bersaglio meno prevedibile. “Puoi immaginare che questo oggetto si abbassa, sfrutta il rimbalzo atmosferico, come se facesse surf, e cambia l’inclinazione dell’orbita senza consumare molto propellente. Così li fai ammattire davvero” sottolinea Spagnulo.

La traiettoria imprevedibile

L’orbita è un ciclo periodico molto regolare, qualsiasi satellite è tracciabile dai sistemi di osservazione, soprattutto radar: “Ma io potrei non volere che altri sappiano con esattezza quando ripasserà il mio satellite – afferma Vittori – X-37B è manovrabile in orbita grazie ai motori e se si avvicina all’atmosfera, a 150 o 180 chilometri di quota, l’attrito lo fa rallentare. La sua traiettoria non è più prevedibile e quindi non ricompare dove e quando se lo aspettano. Questo lo rende di particolare interesse quando voglio, per esempio, spiare una certa regione della Terra senza che si sappia. Sia chiaro, anche i satelliti possono essere in qualche modo manovrabili, cambiando quota. Il vantaggio di X-37B sta nel fatto che è riutilizzabile. E ogni volta che atterra posso migliorarlo senza rifarlo da zero”.

Spionaggio e “difesa verticale”

X-37B è stato accusato di molte cose. Di trasportare armi, di spiare dall’alto per esempio il Medio Oriente e persino la stazione spaziale cinese Tiangong. Circostanze “operative” sempre smentite dal Pentagono. Quello su cui in molti concordano è che tra i sistemi “classified” testati lassù, ci siano sensori per lo spionaggio, che vengono messi a punto in ambiente spaziale. È l’altro aspetto di questa piattaforma: “X-37B per le sue caratteristiche non ha la capacità di essere usato come arma anti satellite – sostiene Vittori – può avvicinarsi, al massimo e tentare di disturbarlo con emissioni elettromagnetiche ma sono cose abbastanza secondarie. È una piattaforma riutilizzabile e rappresenta un vantaggio tecnologico prima ancora che operativo. È un modellino alla fine, non ha grosse capacità di carburante o di carico. Una spia? Possibile che possa essere usato anche operativamente, ma se fosse un’arma ce ne sarebbero cento. Invece ce n’è uno perché è una macchina sperimentale”.  

Il diritto a difendersi

Vittori pone l’attenzione su un altro aspetto, quello del diritto di ogni nazione a difendersi da ciò che, potenzialmente, può cadere in testa: “Le tecnologie antisatellite sono in realtà sistemi di difesa, del tutto legittimi, da quella che viene definita ‘minaccia verticale’. Pensiamo a quando un satellite può rischiare, nel rientro, di precipitarci in testa, oppure un asteroide. Era accaduto con la Tiangong-1, non per colpa dei cinesi, ma perché un’avaria l’aveva resa incontrollabile. Se poi uso stesso sistema per distruggere satelliti altrui è un’altra cosa, bisogna distinguere come viene usato strumento. Ogni nazione deve dotarsi di una difesa da minaccia verticale, anche l’Italia”.

Il futuro nel riutilizzo

Al di là degli aspetti di spionaggio, per quanto ipotizzabili, la vera superiorità tecnologica sta soprattutto nella “natura” della navetta di spazioplano riutilizzabile: “È il vero lead tecnologico, il cuore, ciò che rende questa macchina unica ed esclusiva – continua l’astronauta – in futuro, l’accesso allo spazio sarà legato a configurazioni come quelle di X-37B, che atterrano in pista: è una piattaforma che consente di capire meglio le problematiche del rientro atmosferico, dopo gli Shuttle, senza astronauti a bordo, quindi molto meno rischioso”. Nell’ultimo disastro, quello accaduto al Columbia nel 2003, persero la vita i sette astronauti a bordo dello Shuttle, disintegratosi proprio durante il rientro.
“I rientri balistici, con paracadute come le capsule degli astronauti, non sono la stessa cosa – aggiunge Vittori – tutto il mercato va in questa direzione, a cominciare dai razzi riutilizzabili come sta facendo SpaceX, che consentono di contenere di molto i costi. È una rivoluzione, un vantaggio commerciale incredibile, e chi non potrà farlo è destinato a non avere futuro”.

 

DA: https://www.repubblica.it/scienze/2020/05/21/news/x-37b_l_ultimo_segreto_dello_spazio-257083391/

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