LA SFIDA DELLE IMPRESE SPAZIALI

Sorry, this entry is only available in Italian. For the sake of viewer convenience, the content is shown below in the alternative language. You may click the link to switch the active language.

INNOVAZIONE TECNOLOGICA, INTERNAZIONALIZZAZIONE, FINANZA

LA SFIDA DELLE IMPRESE SPAZIALI

Cosa sta succedendo negli States ora che Elon Musk rilancia l’assalto suborbitale di Richard Branson e Jeff Bezos? Succede che ci “sono finalmente nuove opportunità molto propizie”, avverte Aniello Violetti, in procinto di trasferirsi da Palazzo Chigi all’ambasciata d’Italia a Washington. Il colonnello dell’aereonautica, premiato dal presidente dell’azienda consortile Ali di Napoli, Giovanni Squame, ha poi aggiunto che “l’Italia (ora o mai più?) potrebbe inserirsi in questo scenario come partner di prim’ordine”.

Un’esortazione che ha aperto il convegno organizzato da Ali sulla terrazza del Palazzo Generali di Roma e moderato da Flavia Giacobbe di AirPress, dal titolo “Innovazione, Internazionalizzazione, Finanza”, consuntivo dopo l’anno e mezzo di stagnazione covid sul futuro di startup e Pmi del settore spaziale.

Come ribadisce Mario Cosmo – direttore scienza e ricerca dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) – “la dimensione pioneristica dello Spazio è cambiata, con nuovi attori che stanno modificando il panorama”. Dagli Stati Uniti arriva “un’opportunità che non possiamo farci sfuggire”. Quindi bisogna insistere, farsi sotto e sgomitare all’ingresso, perché rimanere fuori significherebbe saltare un giro. E l’Italia non se lo può permette né in terra, né tantomeno nello spazio.Sì, ma con quali risorse? Andrea Margelletti, presidente del Cesi e Consigliere delMinistro della Difesa per le Politiche di Sicurezza e di Contrasto al Terrorismo, va in controtendenza: «La ricerca non si fa con più risorse, ma si fa spendendo le risorse al meglio. Noi chiediamo allo Stato sempre più soldi… lo facciamo con il cappello in mano in contesti internazionali e poi li buttiamo via. Noi siamo la terza realtà aerospaziale in Europa ma la percezione di questa cosa nel paese è pari a zero, perché non abbiamo mai il coraggio di dire cosa facciamo e inseguiamo sempre un “made in Italy” politically correct… e non si spiega perché l’aerospazio non debba esserlo. Una maggiore interazione con il mondo della Difesa? Tutti voi avete in tasca uno strumento che è nato per fare disastri: la penna a sfera è stata inventata per tracciare le rotte dei bombardieri strategici della Seconda Guerra mondiale, visto che le penne stilo macchiavano le mappe e non si riusciva a colpire… Quindi la Difesa è fondamentale per la ricerca, non per fare peggio ma per portare avanti delle idee. Poi bisognerebbe essere… come posso dire? Meno manichei. Il 5G è fondamentale, la differenza tra il 5G e il 4G è la stessa che c’è tra un telefono a gettoni e un Apple o un Samsung di ultima generazione. Ma è anche vero che non possiamo tracciare un sistema se non all’interno di una regolamentazione molto severa, molto netta”. Il tema della regolamentazione lo aveva già sottolineato il nuovo presidente di Enac, Pierluigi Di Palma che “presenterà il suo Rapporto e bilancio sociale 2020, lanciando una visione del trasporto aereo che preveda il riconoscimento giuridico del comparto aerospaziale”.La partita è di quelle rilevanti. “Il mercato della Space economy nel 2018 valeva 364 miliardi di dollari; nel 2040 la previsione è di mille miliardi”, ha ricordato l’economista Mario Mustilli. “Per due terzi si tratta di una domanda privata”, ha aggiunto notando la particolarità di un settore che è stato finora alimentato da “una spesa tipicamente pubblica”.

Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Affari Esteri con delega alla Cooperazione Internazionale, arriva qualche minuto dopo l’intervento di Massimo Camparini, amministratore delegato Thales Alenia Space Italia, che ha introdotto i lavori parlando della “connessione tra tecnologia spaziale ed economia, la fine degli slogan e l’inizio di una fase tangibile di nuovi servizi e applicazioni”, fino a qualche anno fa estranei a comparti apparentemente molto distanti dallo Spazio come agricoltura, logistica, trasporti e lusso (si pensi al turismo). Senza dimenticare i servizi più tradizionali, come l’osservazione e il contributo alla lotta al cambiamento climatico”. Il sottosegretario ha parlato di “praterie che si aprono per l’Italia”, da sfruttare traendo vantaggio dai rapporti privilegiati che l’Italia ha con gli Stati Uniti in questo campo, forti anche per il programma Artemis di ritorno (per restarci) sulla Luna. Certo, ha aggiunto Di Stefano, “servono stimoli concreti”, bisogna “spendere bene” iniziando “a ragionare in modo premiale”, acquisire “indipendenza di pensiero rispetto ai partner europei” e ottimizzare “il rapporto tra Stati e regioni”.

Di Rocco Traisci, Metropolis web

Rassegna:

Leave a comment